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5 – fate uso massiccio di L.S.D.

Dai, ovviamente è un gioco di parole. L.S.D. sta per Lettura, Studio, Documentazione.
So che molti di voi hanno avuto la fortuna di vedere i Pink Floyd dal vivo e per questo vi odio e vi invidio, perdonatemi quindi il riferimento alle droghe anni ’70.

Vi chiedo scusa se questi articoli a volte sembrano sconnessi e scarsamente dotati di linearità nei ragionamenti, ma non ho moltissimo tempo per scrivere, butto giù le mie idee in genere tra le 23 di sera e l’1 di notte, quando moglie e figli dormono. Non pretendete che sia preciso e stilisticamente impeccabile.

Tornando a noi, a voi: Leggete, Studiate, Documentatevi. Su cosa? Su tutto! Siate curiosi, tornate bambini, googlate a più non posso, ogni cosa che vi passa per il cervello, cercate di crearvi un bagaglio fatto non tanto delle nozioni che avete imparato a scuola quanto di ciò che vi circonda. A scuola ci siete andati, la maggior parte di voi quanto meno, avete imparato a fare il contabile, il disegnatore, avete studiato materie che poi non avete più rivisto (filosofia, storia, latino, fisica, …) e forse non avete più avuto l’occasione per studiare nient’altro, specie materie magari attinenti al vostro settore di appartenenza lavorativa. Capisco che un magazziniere (con piena stima dei magazzinieri) non approfitti delle pause per leggersi la Metamorfosi di Kafka, o I Fiori del Male di Baudelaire, ma magari vada su Facebook o si guardi i gol della sua squadra del giorno prima, Non intendo che dobbiate diventare dei letterati. Intendo molto più semplicemente di essere curiosi, di andare a cercare qualsiasi cosa che non sapete.

Internet ha il merito di aver reso accessibile a tutto il mondo e in forma praticamente gratuita, tutte le informazioni che ognuno di voi può voler cercare. Vi faccio un esempio: nel mio lavoro mi capita spessissimo di trovarmi di fronte i problemi più insoliti: schermate blu, errori di Windows, problemi di rete, e via dicendo. Io penso che l’80% delle soluzioni che adotto per risolvere il problema al cliente (e quindi farmi pagare) provengano da ricerche fatte da Internet. Tant’è che con alcuni clienti scherzo addirittura e quando gli capita qualcosa gli dico “cerchiamo insieme su google e proviamo, tanto se è capitato a te è sicuramente capitato a qualcun altro su internet“. Se dovessi dare un euro ad internet per ogni volta che mi ha permesso di risolvere un problema ad un cliente penso che mi rimarrebbe in tasca ancora meno di ciò che ho. E in 14 anni che faccio questo lavoro non ho avuto mai neanche la necessità di dover scrivere sui forum il mio problema: a qualcuno nel mondo era giù successo lo stesso problema qualunque esso fosse.

Molti miei clienti potrebero risolversi da soli il problema ma non lo fanno: per pigrizia, per paura di sbagliare, per indolenza o perché semplicemente il loro tempo costa più del mio.

Si è capito cosa intendo? Intendo che potete diventare praticamente ciò che volete semplicemente istruendovi su internet e facendo un pò di pratica. Mia cognata ha rotto il suo Samsung S4 mini. Schermo rotto. Cosa pensate che abbia fatto? Non sono uno che smonta i telefonini, giammai, è un lavoro che richiede troppa pazienza. Però ci ho provato, ho guardato su youtube un tizio probabilmente indiano che ha smontato l’s4 mini e ha caricato il video. Fatto. Ho reso il senso?

Parlo con moltissima gente (è un po’ anche questo il mio lavoro), e quando mi chiedono “ma tu conosci questo sistema, ma tu hai già visto questa piattaforma, ma sai usare questo strumento?” io se non lo conosco, rispondo sempre, SEMPRE: “NO, NON ANCORA. MA DAMMI QUALCHE GIORNO CHE CI STUDIO SOPRA.”

Ovviamente io lavoro nell’informatica, non mi chiederanno mai se so fare un tatuaggio, intendiamoci. Però non bisogna mai dire “no, non lo so fare”: è una frase da perdente. SEMPRE.

Tutti coloro che sono diventati qualcosa, un architetto, un web designer, un programmatore, un orafo, sono partiti TUTTI dal non sapere neanche leggere ne scrivere, giusto? Con questo non vi chiedo di diventare degli esperti in tutti i campi dall’oggi al domani, ma di aprire le porte a qualsiasi forma di apprendimento.

Io probabilmente non so fare niente di specifico, ma se vado da un programmatore riesco a farmi capire, se vado da un sistemista riesco a spacciarmi per tale, se vado da un cliente riesco a prendere il lavoro, insomma mi riesco a muovere e, alla fine dei conti, a portare a casa la pagnotta. E col tempo comunque mi specializzo sempre di più nei vari ambiti.

C’è sicuramente chi pensa che sia la specializzazione la strada del futuro. Certo, sono in parte d’accordo: se sono il più grande esperto mondiale di antivirus, probabilmente tutti chiameranno me quando si prenderanno un virus. Ma se domani uscisse un sistema per cui nessuno prenderà più virus, o cambia la tecnologia, rimarrei il più grande esperto di una cosa passata di moda. Quindi l’unica strada secondo me rimane quella più complicata, ovviamente, ovvero di essere si, esperti, ma di poter spaziare su quanti più settori (adiacenti a se stessi) possibili. E questo si può fare solamente grazie ad una formazione continua e ad una sempre costante ricerca di informazioni e all’accrescimento personale.

Vi racconto qualche storiella leggera:

Dovevo cambiare la cinghia di due tapparelle di casa. Panico. Vado dal ferramenta, compro due cinghie, mi faccio spiegare (con sommo divertimento del negoziante) come fare. La prima ci ho messo un’ora, ho distrutto quasi il cassone della finestra, ho rischiato di volare dal quarto piano (per disperazione, non per perdita di equilibrio), ho rischiato di amputarmi una mano, e di perdere un occhio perché mi stava scappando la parte sotto della cinghia. Normale per un informatico. Bene dopo essere sopravvissuto alla prima e dopo aver fatto passare un po’ di giorni per riprendermi dallo choc, ho cambiato anche l’altra. Ci ho messo penso 20 minuti in tutto, facendo il tutto con una mano sola e giocando nel frattempo con mio figlio. E mi sono pure divertito. Capite quanto potere ci da l’informazione?

Mi si era bloccata la lavatrice, stavo già per chiamare un idraulico. Guardo su internet, c’è scritto di aprire dei tubi (non mi chiedete in dettaglio per carità). Ho avuto paura che mi si allagasse casa, sono stato abbastanza cauto, ma alla fine ho pulito il filtro (?) e la lavatrice ha ripreso a funzionare. Con somma gioia di mia moglie.

Quando siamo entrati in casa 6 anni fa non funzionavano due luci in corridoio. O meglio se ne accendeva sempre una delle due e l’altra rimaneva spenta. Mistero… dopo averci perso 3 ore a smontare gli interruttori ho guardato su google e ho visto che per fare accendere o spegnere due luci con 3 interruttori serviva un altro tipo di interruttore. Ho chiamato l’elettricista (perché era in garanzia se no me lo facevo io) e gli ho detto quello che avevo letto. L’elettricista con supponenza mi fa che veniva lui a vedere per poi, quando si è presentato, confermarmi quanto avevo ipotizzato e cambiarmi l’interruttore (con mia somma soddisfazione).

Servono altri esempi? L.S.D. ragazzi…. usatene il più possibile.

Tra qualche giorno ci addentreremo su argomenti più tosti, promesso.

Vi lascio con questa immagine. Si, lo so, fa molto corso motivazionale, ma mi è piaciuto il film e soprattutto questa frase che ritengo molto significativa.

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4 – mens sana in corpore sano

Sto per distorcere un po’ il significato originale di questa frase di Giovenale (poeta latino vissuto 1800 anni fa). Lui intendeva infatti che bisogna chiedere agli dei una mente sana e un corpo sano, in modo che l’uomo si sviluppi senza troppa fisicità grazie alla coltivazione delle scienze e delle arti, che per natura impegnano di più l’intelletto.

Noi moderni l’abbiamo reintepretata nella più semplice “una mente sana risiede in un corpo sano“. Io, con buona pace di Giovenale, abuso di questa frase per sposarne questa interpretazione.

In paroloni, ora che siete a casa e avete questa straordinaria opportunità di poter usufruire di un po’ di tempo, cercate di farlo nel modo migliore. Oltre a rendervi utili in famiglia (magari molti di voi fino all’ultimo stipendio sono stati completamente inglobati dal lavoro e hanno dovuto trascurare gli impegni familiari), cercate di approfittare di questo periodo per trovare un nuovo ritmo biologico, per riconquistare un minimo di preparazione fisica magari perduta o solo trascurata.

Per chi già pratica attività sportiva ovviamente questo discorso non sussiste, ma sicuramente potrete confermare che quando vi allenate o anche solo vi muovete, il cervello si muove con voi, stacca un attimo anche lui da tutti gli assilli e si concentra sul battito cardiaco, sulla respirazione, sulla singola (anche breve) prestazione fisica che state compiendo. Passeggiare, fare qualche chilometro di corsa, serve sicuramente a buttare giù qualche chilo di troppo ma anche e soprattutto a farvi ritrovare contatto con voi stessi per almeno mezz’ora / un’ora.

Se non dimagrirete non fa niente, ma se prendeste come abitudine quella di svegliarvi la mattina un po’ presto e andare a fare mezz’ora di corsetta o di passeggiata sicuramente vi ritrovereste con un po’ di fiato in più (che non fa mai male) e magari potrebe frullarvi in testa qualche idea che era rimasta incastrata nei labirinti che il vostro cervello ha creato e in cui vi sta tenendo imprigionato. Vi aiuterà a vedervi dall’esterno magari, e a guardare quel labirinto dall’alto. Leggetevi questo articolo tratto dalla Gazzetta.it. E se lo dice la Gazzetta…

Siete allergici alla corsa e al movimento? Non c’è problema, sicuramente in casa c’è bisogno di voi per accompagnare i figli a scuola, per sistemare quel rubinetto che perde da anni, per lavare le tende del salotto, per oliare la porta del bagno che cigola sempre, etc etc… Secondo me, dopo qualche giorno di faccende domestiche arretrate dovrebbe venirvi una irresistibile voglia di andare a correre, garantito!

A parte gli scherzi, approfittate del tempo che vi viene forzatamente concesso per curare voi, la vostra famiglia e tutte le cose che avete lasciato in sospeso per anni a causa del vostro lavoro. Spesso non sono attività che necessitano di spendere denaro, magari sono semplici attività manuali che banalmente avete sempre rimandato. Questo è il momento per terminarle.

Ultima cosa da fare nell’immediato: se avete dei finanziamenti in atto, ricordatevi che la cosa migliore da fare in questi casi è quella di andare subito in banca e rifinanziarli, magari accorpandoli, in modo da ridurre il numero di rate da pagare mensilmente, il peso complessivo della singola rata e allungarne la durata. Perché? Semplice, perché tra qualche mese potreste non avere più delle buste paga da presentare, quindi è meglio farlo subito!

p.s. domani vi parlerò di L.S.D. …

facciamo sul serio…?

Ok veniamo al punto.

Prima di tutto voglio mettere a disposizione di chi entrasse in questo sito l’esperienza vissuta da mio padre, ovvero quella di trovarsi nel mezzo del cammin di vostra vita, senza lavoro.
Infatti se state leggendo queste righe, è quasi sicuramente perché cercate un lavoro adatto a voi, avete più o meno 50 anni, e avete già mandato qualche decina di curricula senza successo.

In scondo luogo, oltre alla mia storia (che può interessarvi relativamente e che serve solo a farvi capire che “succede un po’ a tutti”), vorrei cercare di mettere insieme dentro questo luogo virtuale quante più idee possibili possano venire in mente a noi e a voi per fare in modo che possiate trovare una indipendenza economica nel minor tempo possibile.

Vi ricordo a tal proposito che io faccio parte della generazione del “meglio un uovo oggi…”, quindi sono portato sempre a pensare al breve termine, alla giornata, alla settimana al massimo. Sembrerà stupido ma sarà questo atteggiamento che potrà aiutare a portarvi fuori dal tunnel.

Ultimo obiettivo sarebbe quello di creare una rete tra le persone che inizieranno a frequentare questo sito in modo da poter diventare un punto di riferimento per chi cerca persone mature, esperte, affidabili e concrete. Voi, appunto.

Riprendiamo però il filo del discorso. Vi racconto brevissimamente cosa è successo nella mia famiglia.

Mio padre, persona di vasta cultura e da sempre esempio di vita e di moralità per noi figli, ha quasi sempre lavorato come dipendente con mansione di contabile, capo contabile, etc. Nelle poche volte che ha provato a mettersi in proprio, vuoi per scelte di collaboratori sbagliate, vuoi per scarso spirito imprenditoriale, non gli è andata bene. Per essere un libero professionista o un lavoratore autonomo devi essere un po’ figlio di puttana, e lui non ha mai avuto questa indole.

Così, superando periodi più o meno lunghi di disoccupazione (anni ’90), ci siamo spostati a Milano, grazie ad un lavoro per mio padre da dirigente in un’azienda di arredamenti della Brianza.

Era il 1992, avevo 8 anni. Dal 1992 al 2002, per 10 anni esatti mio padre lavorò come dirigente, noi mantenemmo un tenore di vita dignitoso (non siamo gente che sperpera ma con 3 figli ci vuole un attimo a non avanzare niente). Facevamo le nostre vacanze di 2 settimane ad agosto e niente di più.
Nell’agosto del 2001 (avevo 17 anni) mio padre mi commissionò un piccolo sito per aprire il mercato della azienda di arredamenti in America. Iniziammo a prendere contatti e verso i primi di settembre avevamo già inviato del materiale informativo oltreoceano.
Poi accadde l’11 settembre. Tutti i contatti che avevamo raccolto crollarono insieme alle torri. Si fermò tutto. L’azienda di mobili, già in declino, finì in liquidazione nel giro di un paio di anni.

il 29 maggio del 2002 mio padre venne licenziato all’età di 53 anni e 9 giorni. Non percepì praticamente nulla della indennità di mancato preavviso e della liquidazione che gli sarebbe spettata. Andò in causa e dopo diversi anni gli riconobbero una percentuale molto ridotta di ciò che gli sarebbe spettato.

Era un periodo in cui ancora l’economia “tirava”, ma purtroppo per un over 50 come lui fu praticamente impossibile rientrare nel mondo del lavoro, tranne che per qualche breve periodo. In 13 anni di sostanziale precariato (dal 2002 al 2015) ha svolto quasi ogni tipo di mansione, dovendo scendere più volte a compromessi quasi umilianti e riunciare a mettere al servizio della società l’esperienza e la professionalità maturate nel corso della sua carriera.

Il mese scorso, 13 anni e 4 mesi dopo quel maggio del 2002, mio padre ha ritirato la sua prima pensione.

Gli anni sono lunghi, specie se sei un ragazzo che ne ha 17 e vorresti andare in giro e spaccare il mondo (non come i black block, intendiamoci….). Nonostante queste difficoltà ho terminato gli studi al liceo e ho quasi finito quelli di Ingegneria. (ma per questo discorso farò un altro sito per persone che non hanno terminato l’università ad un passo dalla laurea, promesso!)

Mi sono però sempre chiesto quale fosse il motivo del fatto che in 13 anni mio padre non sia riuscito a raggiungere l’indipendenza economica, se non per qualche breve periodo. Non mi capacitavo (io ma penso soprattutto lui stesso) di come una persona così in gamba, di cultura e di professionalità rare, non riuscisse a trovare un posto di lavoro, anche sotto le sue richieste. La risposta probabilmene non l’avrò mai, ma alcune teorie le ho elaborate e cercato di verificare negli anni trascorsi. Attenzione, non parlo solo del dubbio che i suoi curricula inviati non fossero incisivi, ben scritti e facili da leggere. Parlo anche e soprattutto del fatto che i lavori che ha trovato non gli hanno mai dato la sicurezza di un’entrata fissa regolare tale da poter pensare di essere “uscito dal tunnel”.

Per questo motivo vorrei che ognuno di voi che abbia la curiosità di leggere queste pagine e si trovi nella situazione in cui si è trovato mio padre non debba rischiare di aspettare 13 anni o più per ritrovare la dignità conquistata con anni di lavoro ed una indipendenza economica perduta da un giorno all’altro.

spero di avervi chiarito perché VI CAPISCO, e perché sento quasi un bisogno fisico di scrivere queste pagine.

alla prossima, le premesse ci sono quasi tutte, possiamo cominciare con le prime considerazioni.

Mi presento

Mi chiamo Enrico.

Ho 31 anni, un’attività in proprio dal febbraio del 2007 e finanziamenti aperti presso le banche dal marzo dello stesso anno. Li sto pagando ancora oggi, grazie a Dio.

Non guadagno 10 mila euro al mese, non faccio il lavoro dei miei sogni (semplicemente perché non esiste); mi piace ciò che faccio, e cerco di trovare sempre il lato divertente e positivo nel mio lavoro.

Vivo in affitto vicino a Milano, ho due figli (che sono la mia vera fortuna) e una moglie comprensiva che mi dice sempre che sono troppo stressato. Ha ragione.

OK, queste informazioni dovrebbero bastare per cominciare.

Anzi, aggiungo anche che lavoro nel settore dell’informatica e che sono mediamente appassionato di fotografia, abbastanza diciamo da fare foto degne di essere stampate ed appese per casa.

A parte le stupidaggini, ho deciso, oggi 25 settembre 2015, di creare questo piccolo sito/blog per comunicare a tutti voi che siete arrivati qui che… vi capisco.

Vi capisco, avete 50 anni o più, l’azienda in cui lavoravate, un tempo solida, è in crisi o semplicemente ha spostato la produzione all’estero e di voi non c’è più bisogno.

Vi capisco, il vostro titolare si è rotto i coglioni, ha liquidato la società, ha ri-assunto alcune persone riaprendo con un altro nome e vi ha lasciato con la scelta: o uno stipendio ridotto da impiegato a fattorino oppure prendere la porta e uscire.

Vi capisco, ex dirigenti. Avete guadagnato per anni 3000 – 4000 euro al mese (più benefit) e adesso pensare di ridimensionare il vostro tenore di vita è impossibile, e fare la spesa al LIDL vi sembra come andare al monte di pietà. Nudi. (n.b. io ci vado al LIDL, e mi trovo bene)

Vi capisco, non siete smart come i vostri concorrenti 25 enni, non siete dei socialmediamarketingmanager, pensate che SEM sia un figlio di Noè, la SEO per voi è una catena di supermercati, vi capisco.

Vi capisco, per voi scrivere su Facebook è un passatempo da coltivare la sera, non vi capacitate di come qualcuno possa prendere 500 euro al mese o più solo per riempire una pagina di Facebook con foto che sembrano scelte a caso.

Gli_stagisti

Vi capisco, vi siete trovati di colpo catapultati in un futuro avveniristico, avete fatto fatica ad entrare nell’era del computer. Adesso che il web è 2.0 (o 3.0?), adesso che sta arrivando (o forse già c’è) l’internet delle cose, vi sentite tagliati fuori dal mondo, se non dall’intera galassia. E non parliamo di cloud per carità!

Vi invidio, siete vissuti negli anni in cui l’economia “tirava” per davvero, avete visto gli anni 80 non con gli occhi di noi, nati in quegli anni. I più “maturi” hanno respirato il boom degli anni 60 e 70. Insomma: avete visto tempi migliori.

Vi invidio, noi siamo la generazione del 2000, quelli del meglio un uovo oggi che una gallina domani, del “pochi maledetti e subito”, del “non so una cosa? la googlo” (verbo googlare, sui vocabolari che avete a casa non esiste, mi spiace). Siamo la generazione che non ha un futuro, non avrà una pensione ma viene spellata viva dall’INPS.

Sarà che ho visto ieri il film “Gli stagisti”, comunque la realtà più o meno è questa, un po’ iperbolizzata per rendere meglio il vostro stato d’animo.

Ci sono andato vicino?

Ora vi spiego perché mi sono messo a scrivere, perché ho creato questo sito.

Per prima cosa, mi piace scrivere. Ho sempre amato dire la mia e mi sarebbe sempre piaciuto che qualcuno commentasse le mie idee e condividesse con me le sue.

Secondo motivo: VI CAPISCO (aridaje) e voglio cercare di darvi dei consigli REALI, GRATUITI e DISINTERESSATI su come affrontare la vostra situazione di senza lavoro.

Vi starete sicuramente chiedendo cosa ne sa uno di 30 anni di come ci si sente a 50 anni in cerca di lavoro… sono d’accordo con voi, ve lo spiego nel prossimo articolo.