L’altro giorno stavo cercando di spiegare ad un amico, un 50 enne o giù di lì, che si lamentava del fatto che il tale ragazzino o il tale signor nessuno fosse diventato milionario, magari acquistando azioni della AirBnB, o comprando BitCoin, o per aver creato cosine come Whatsapp e così via.
In effetti quando qualcuno pensa, ad esempio, a Whatsapp o ad AirBnB, al fatto che siano stati ideati e progettati nella stanza di un college o dentro un appartamento sfigato abitato da studenti senza soldi viene istintivo pensare “ma perché diavolo non ci ho pensato io?”
Prima di tutto occorre fare chiarezza sul come vanno veramente le cose.
Avevo già spiegato qualche articolo fa che le cose non nascono per caso. Spesso dietro ci sono investimenti milionari e noi vediamo solo il prodotto quando è “finito”. Facebook è nato nel 2004 e in Italia se ne è sentito parlare solo verso il 2007 / 2008. Stessa cosa dicasi per Whatsapp e altre realtà che attualmente sono per noi scontate e che hanno avuto spesso un percorso tortuoso prima di arrivare alla nostra quotidianità.
Seconda cosa, la maggior parte delle aziende 2.0, ovvero i vari Facebook, Google, Youtube, Microsoft, Apple, sono nate da stanze di college (che non sono proprio economici) e da studenti che potevano permettersi di dedicarsi a dei progetti senza distrazioni e all’interno di contesti in pieno fermento come, appunto, i college americani.
Ma ciò che volevo sottolineare a voi, come al mio amico 50 enne era soprattutto il fatto che per ogni Microsoft che nasce o Google o Whatsapp che sia, ci sono cento idee simili naufragate, spesso proprio di proprietà di chi poi ha fatto centro. Bill Gates stesso affermava che preferiva assumere persone che avevano avuto a che fare con il fallimento di società, perché il fallimento spinge le persone a farsi delle domande ed a trovare delle soluzioni, con però la consapevolezza dei motivi per cui una cosa è andata storta.
Eclatante è il caso della Traf-O-Data, la prima società creata da Bill Gates la quale non ebbe proprio un grande successo. Qui trovate la sua breve storia.
Dai fallimenti si viene fuori più forti e consapevoli, e nessuno può pensare di non fallire mai almeno una volta nella vita.
Ma, direte voi, che diavolo c’entrano i pop corn con questo discorso?
L’esempio che ho fatto al mio amico di mezza età è stato questo: immagina che la tua vita sia una padella piena di semi di mais. Ad un certo punto accendi il fuoco, e per i primi minuti sembra non succedere niente. I semi rimangono immobili. Ad un certo punto senti il primo scoppiettio e il primo seme diventa un pop corn. Poi, a seguire, tutti gli altri (non tutti!) diventano il tuo ambito spuntino pomeridiano. Alla fine raccogli i popcorn “esplosi” e quelli rimasti inesplosi nella padella li butti. Penso che abbiate già capito che i popcorn esplosi possono a buon diritto rappresentare le opportunità che abbiamo saputo cogliere e che sono diventate delle realtà, mentre tutti i semini rimasti sul fondo della padella sono quelle prove, fallimenti, opportunità mancate che non sono esplose o perché mancava il tempo o perché non hanno avuto lo spazio necessario, o solo per casualità.
Non possiamo sapere, quando versiamo i semi nella padella ancora fredda, quali saranno i semi che non esploderanno e quali diventeranno pop corn, possiamo solo accendere il fornello ed aspettare. Non possiamo sapere quali opportunità si trasformeranno in realtà e quali no. Ma soprattutto non possiamo spegnere il fuoco finché non avremo una quantità sufficiente di pop corn da mangiare, altrimenti non avremo ottenuto niente, solo chicchi di mais caldi inesplosi.
Finché la padella non sarà abbastanza calda da far esplodere i primi chicci di mais dovremo impegnarci però affinché il fuoco rimanga acceso.
Io stesso mi accorgo nel mio piccolo di quanti progetti faccio e quanti me ne vanno male.
Ho cambiato 4 uffici in 4 anni, ogni volta c’era qualcosa di sbagliato, e ogni volta correggevo sempre di più il tiro, fino ad arrivare (spero) al mio ultimo rifugio che soddisfa tutte le mie esigenze.
Ho in mente almeno 10 progetti dei quali riuscirò ad iniziarne forse 5 e dei quali ne andranno veramente in porto forse 2, ma gli altri nel morire mi avranno fatto crescere ed imparare di sicuro qualcosa in più che non averli mai intrapresi.
Non abbiate paura di sbagliare, mantenete il fuoco acceso e vedrete che la vostra padella si riempirà di gustoso pop corn.
p.s. Nel corso di una delle mie ricerche su internet sono approdato a questa pagina, http://nonvogliolavorare.it/tutti-i-business-in-cui-ho-fallito/, nel cui autore un po’ mi immedesimo. Devo ammettere che mi ha fatto sorridere per l’autoirona con la quale scrive; penso che la pensi un po’ come me su molti temi, per cui se volete dare un’occhiata al suo sito fate pure!