7 – cambiare mentalità

La situazione è questa: non si sa come, o forse lo sapevate già da un po’ ma avete sperato nel lieto fine, ma siete rimasti a piedi, fuori, sulla strada.

Tutto ciò nonostante il vostro sicuramente importante bagaglio culturale, la vostra esperienza, la vostra professionalità. D’altronde quando il management decide di chiudere o di ridurre il personale, l’unico obiettivo è quello di tagliare i costi. La professionalità e l’esperienza, la serietà e tutte le virtù che potete possedere non contano più molto di fronte al dio denaro. Di conseguenza, vale la regola che più siete in alto, più è facile cadere giù. E’ normale.

Adesso che siete a casa e cercate una ricollocazione avete rispolverato il vostro curriculum, se mai ne avevate fatto uno, e avete iniziato a mandarlo un po’ ovunque, sperando che in giro ci sia un’azienda che non stava cercando nessun altro se non voi, proprio voi, assolutamente e nient’altro che voi.

OK, Babbo Natale non esiste, lo sapete bene. Siete circa un milione e tutti più o meno con un bagaglio di esperienza simile, questo perché siete una generazione cresciuta più o meno con lo stesso livello di istruzione. Avete studiato ragioneria, il liceo scientifico al tempo non era ancora così di moda, lo facevano solo i figli dei papà, quelli che adesso hanno una laurea in scienze politiche e si fanno ancora mantenere dai genitori. Siete andati in scuole professionalizzanti perché negli anni ’70 / ’80 l’economia se li fagocitava, quelli come voi.

Dovete capire una cosa: quell’era è finita. Per fare un paragone, è come se foste su un treno, siete entrati in galleria e ci siete rimasti dentro per vent’anni. Adesso ne siete usciti, ma nel frattempo le cose sono cambiate e il paesaggio si è modificato. Voi però avete visto solo il muro della galleria in questi venti anni, e non avete idea di come si è modificato il mondo in quel lasso di tempo. Ora il treno si è fermato appena fuori dalla galleria. Tutti giù, si prosegue solo a piedi.

Molti di voi a questo punto aspetteranno che passi un altro treno a prenderli, ma non hanno capito che il treno è al capolinea, bisogna andare avanti con altri mezzi. Volete stare in stazione ad aspettare che costruiscano una nuova linea ferroviaria solo per voi o iniziare ad incamminarvi? O magari costruirvi un mezzo tutto vostro?

Per tornare a voi, a noi: il sistema che vi ha tenuto in galleria, quindi protetti, in questi anni non c’è più. Ora le regole sono cambiate, il curriculum (secondo me) è un elemento superato nella ricerca del lavoro. Certo, porta via poco tempo scriverlo, potete sempre utilizzarlo, ma non deve essere l’unico strumento nella ricerca di un nuovo lavoro.

Nella mia vita ho consegnato due curriculum. Uno al Bennet di Cantù e uno all’Expert di Meda. Mi hanno preso in entrambi i casi, ma non grazie al curriculum. Sono andato a parlarci e gli ho fatto capire nel primo caso che avevo bisogno di soldi, nel secondo che ero più utile io a loro che loro a me. Ma questa è un’altra storia, è stato 15 anni fa. Adesso non mi prenderebbero più, sono già troppo vecchio.

Veniamo al punto: dovete cambiare il punto di vista dal quale si affronta il problema. E per fare questo dovete cambiare voi stessi. Dovete rimettere in discussione tutto ciò che sapete, perché nonostante tutta la vostra esperienza, siete in mezzo alla strada. Dovete ricrearvi un bagaglio di conoscenze, anche di base, ma relative al mondo attuale. Dovete farvi un giro fuori dalla stazione ed esplorare il mondo che vi circonda.

Dovete capire che il lavoro non vi pioverà più dal cielo, ve lo dovete trovare da soli. La notizia buona è che il vostro bagaglio di conoscenze e di esperienza maturato negli anni potrebbe essere il vostro quid in più per potervi svangare. Cambiate mentalità, vi prego! Se aveste avuto delle conoscenze vi sareste già trovati un nuovo lavoro, invece no! Quindi se siete giunti qui è perché un problema lo avete! Ve lo scrivo con il cuore, la vostra vita non sarà più come quella che è stata nei vostri ultimi 20 anni! E’ come quando non avevate figli che vi dicevano “vedrai, un figlio di cambia la vita” e voi non ci credevate (neanche io). Poi vi siete resi conto che effettivamente avevano ragione. Perdere il lavoro a 50 anni vi cambia la vita eccome! Vi costringe a reinventarvi, a ripensare a tutto ciò che vi ha portato a questo punto nella situazione in cui siete ora. E ripeto, se siete qui a leggere queste righe è perché state vivendo questo problema. Negarlo sarebbe come andare alla Alcolisti Anonimi e dire “no ma io non bevo, sono venuto solo qui a vedere chi c’era”.

Torniamo un attimo sul filo del discorso, poi vi lascio in pace per oggi. Il lavoro inteso come lo intendete non esiste più, almeno non per voi. Questo ormai dovrebbe essere chiaro. Quale soluzione rimane? Io dico la mia, ognuno ha la sua idea ma questa è la mia: cercate, inizialmente, anche calcolando le vostre uscite mensili (vedi articolo precedente) di raggiungere la sufficienza economica. Questo deve essere il vostro punto di partenza.

Come? Lo vediamo strada facendo.

1 pensiero su “7 – cambiare mentalità

  1. e.mina Autore articolo

    caro Fabrizio,
    ti ringrazio moltissimo per aver condiviso la tua personale esperienza e per averci scritto con sincerità i sentimenti e le frustrazioni che provano persone che, come te, si sentono (e sono) ancora utili per la società, ma che la società stessa di fatto esclude.
    Da ciò che scrivi alcune cose sono chiare ma altre un po’ meno.
    Vorrei, per questo, farti alcune domande per capire di più su di te:
    A queste domande puoi rispondermi in privato su info[at]lavoro50anni.it, ma possono tornare utili ad altre persone come spunto per affrontare situazioni simili alla tua.
    1 – cosa hai studiato?
    2 – che lavori hai fatto?
    3 – quali pensi siano i motivi per cui a 50 anni vivi (o sei tornato a vivere) a casa dei tuoi?
    4 – cosa sai fare in senso pratico? hai qualche abilità particolare? passione? interesse?
    5 – c’è un tuo interesse che potrebbe (anche non nel breve termine) trasformarsi in un’attività produttiva?
    6 – sei economicamente indipendente?
    7 – pensi di aver perso nella vita delle occasioni per cambiare oppure di non averne mai avute?
    8 – riusciresti a proporre “te stesso” a potenziali cliente come un possibile “fornitore di servizi”, oppure vorresti presentarti da un datore di lavoro e farti dare un posto di lavoro?
    9 – come giudichi le tue scelte fatte in questi anni?
    10 – come ti vedi tra 10 anni?

    Ripeto, se vuoi rispondimi alla mail in privato e non pubblicherò la risposta, altrimenti sono felice se vorrai rispondere qua, a beneficio anche di coloro che, come te, sono in questa situazione.

    un abbraccio
    E.M.

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